Ciao sono Silvia e quella che stai leggendo è Questione di Impermanenza, la newsletter creata pensando proprio a te e alle tue esigenze.
Ogni venerdì mattina ti farò compagnia condividendo riflessioni, consigli preziosi e storie che ti aiuteranno a gestire al meglio la tua vita personale e professionale, mantenendo sempre in equilibrio la tua creatività e il tuo amore per i viaggi.
Se questo non ti basta, qui trovi qualcosa in più 😉
Dai... iniziamo!
🤔 “C’è sempre una via di uscita, sempre!”
Se sei stata in una gabbia per tanto tempo, alla fine vuoi solo volare!
Ho cominciato ad andare in terapia all’età di 17 anni, quando sono apparsi i primi attacchi di panico. Mentre tutti esprimevano la loro opinione sul perché mi fossero sopraggiunti, io sentivo una gabbia dentro di me. Volevo uscire!
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Che ansia…
Nel corso degli anni, questi attacchi sono stati dei fedeli compagni di viaggio. Ogni volta che "inciampavo nel cammino", erano lì, non per aiutarmi a rialzarmi, ma per farmi riposare e sentire la loro intensità. Evidentemente, volevano indirizzarmi verso un percorso diverso; non erano lì per punirmi, come inizialmente pensavo.
🙃 Vedevo la loro presenza come una punizione divina. Cercavano di mettere un freno a un'emozionalità travolgente che, in realtà, era stata repressa per troppo tempo dall'ambiente che mi circondava. Da bambina, dovevo comportarmi bene, non piangere; da adolescente, dovevo seguire certe regole sociali e molto altro.
Sai di cosa parlo, vero?
😦 Con il passare degli anni, questi attacchi assumevano forme, intensità e colori sempre diversi. Erano imprevedibili, adattandosi a qualsiasi situazione. Cambiavo paese e loro erano lì; cambiavo terapeuta e loro c'erano. Ma sapevo che esisteva un modo di vivere senza il panico, poiché l'avevo già sperimentato. Ero consapevole dell'esistenza di un mondo diverso.
🙃 Dopo essermi trasferita a Barcellona, a un anno dal mio arrivo, ho incontrato una terapeuta che mi ha dato una nuova prospettiva: trovare una frase che mi portasse alla calma e ripeterla come un mantra fino a raggiungerla. Dopo vari tentativi, ho trovato: “C’è sempre una via di uscita, sempre!”
😮💨 Questa frase sembrava aprire quella gabbia, allontanare la sensazione di morte imminente e permettermi di riconquistare il mio corpo. Immaginavo un piccolo uccellino in quella gabbia, soffocante e senza via d'uscita.
Ho quindi iniziato a sviluppare la "capacità di problem solving": cercavo continuamente una soluzione per uscire da quella situazione, e grazie anche all'aiuto del terapeuta, la trovavo.
Queste "vie di uscita" sono diventate il mio mantra, il modo per ritrovare me stessa e sentirmi libera.
😌 Volevo esplorare le mie sensazioni, come mi sarei sentita in un ambiente totalmente diverso, con persone con una cultura e lingua diversa con cui interagire e trarre insegnamenti di qualsiasi tipo. Capire di cosa posso essere capace e di cosa no.
Il viaggio come uscita dai miei schemi, dalle convenzioni, come apertura, come terapia.
😍 Il Sudamerica attirava la mia attenzione. Sentivo che ogni paese che lo componeva poteva apportarmi molto da un punto di vista di crescita personale. Non avrei fatto fatica a interagire con le persone, avrei scoperto luoghi meravigliosi dentro di me e all'esterno, ed anche le ombre che mi compongono.
Così, ho iniziato a viaggiare da sola per anni, esplorando nuovi ambienti e culture. Ogni paese visitato mi ha offerto insegnamenti preziosi.
😎 Il viaggio rifletteva una parte di me. Ogni paese che ho visitato mi ha lasciato un insegnamento: da Cuba ho imparato cosa significhi essere manipolati; dalla Colombia ho assaporato la semplicità e il contatto con la natura come strumento di auto-cura; in Argentina ho riscoperto il legame con la mia tribù femminile; in Brasile ho sperimentato la libertà del corpo... e potrei continuare ancora.
Ogni panorama, ogni dettaglio, rivelava ciò che sentivo in quel momento attraverso le emozioni. Nel corso dei viaggi, ho notato che alcune situazioni si ripetevano, richiamandomi a quella gabbia interiore che sentivo così profondamente.
Dovevo decidere: rendere la gabbia più bella o iniziare a smontarla?
Allora ho deciso di smontarla prendendomi le mie responsabilità: ascoltare il mio cuore e non sottovalutare i messaggi che il mio corpo mi inviava (e mi invia) in ogni momento, fermarmi quando è necessario, respirare, godermi i piaceri della vita e soprattutto concentrarmi sul mio cammino.
😊 E tu? Come hai trovato la tua “via di uscita”? Sei ancora in cammino? Se hai bisogno sono qui.
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❤️ La frase motivazionale della settimana
"Non sei una goccia nell'oceano. Sei l'intero oceano in una goccia." - Rumi
😂 Che ne dici di un po' di ironia?
Non so se capita anche a te ahahah
💭 Pensieri finali
Siamo arrivate alla fine di questa newsletter.
Mi auguro che le mie parole abbiano risuonato nel tuo cuore e ti abbiano ispirato a riflettere sulle tue personali "gabbie".
La strada verso la libertà interiore richiede coraggio, introspezione e, a volte, una guida. Per aiutarti nel tuo viaggio, ti ricordo di scaricare il mio E-BOOK GRATUITO: un compagno prezioso che ti fornirà strumenti e intuizioni per iniziare a uscire dalla tua gabbia.
Ricorda, ogni passo, anche il più piccolo, ti avvicina a quella sensazione di libertà che tanto desideri.
Se hai bisogno di supporto non esitare a contattarmi. Sono qui per te.
Alla prossima avventura insieme! ❤️
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Credo che io e te abbiamo una vita simile, se dai un'occhiata al mio Substack. Io penso sempre a delle gabbie che ci siamo creati da soli. E non riusciamo ad aprire quella porta. Che poi non ha manco il lucchetto. Sono in Sud America da 9 mesi. Saluti da Quindio...