Siamo sempre di corsa, vero? La società ci spinge a non fermarci mai, e così riempiamo ogni singolo momento con impegni, pensieri, rumore.
Poi, all’improvviso, un evento ti travolge, come un’onda improvvisa, lasciandoti senza fiato. Che si tratti della fine di una relazione, di un cambiamento nella vita come un trasferimento o la perdita di un lavoro, la fine di una gravidanza, il dolore a volte arriva e ci ricorda quanto siamo vulnerabili e come tutto sia impermanente.
Ciao sono Silvia, quella che stai leggendo è Questione di Impermanenza: ti farò compagnia condividendo riflessioni, consigli ed emozioni. Parlo di Viaggi, interni ed esterni.
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Il vuoto.
È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ti ho scritto, ammetto che avevo un gran bisogno di fermarmi, di stare in silenzio, di lasciare che le cose si assestassero dentro di me.
A volte, fermarsi è l'unica cosa sensata da fare.
Spesso, ci ritroviamo a riempire ogni angolo delle nostre giornate con rumore, impegni e pensieri, senza mai concederci una pausa. Ma arriva quel momento in cui il vuoto si fa strada, e anche se all’inizio può spaventare, quel vuoto porta con sé una grande opportunità: la trasformazione.
È proprio in quel silenzio che riusciamo ad ascoltare ciò che abbiamo dentro e a riscoprire cosa desideriamo davvero.
Quel vuoto, o quel “tunnel” in cui ci troviamo durante i momenti difficili, è uno spazio prezioso, è lì che, senza distrazioni, possiamo finalmente permetterci di sentire, di accogliere ciò che ci sta chiamando da dentro.
Ricordo come fosse ieri il 2017: è stato l’anno in cui, per la prima volta, ho potuto toccare un grande vuoto.
Erano successe diverse cose personali e, grazie a loro, mi sono ritrovata letteralmente "con il sedere per terra", cercando di capire quale strada fosse giusta per me in quel momento.
Libri, amicizie, eventi di crescita personale mi hanno aiutato, ma è stato l'incontro fortuito con la terapia Gestalt a segnare una svolta.
Non sapevo esattamente cosa cercassi, ma avevo la sensazione che, passo dopo passo, il mio puzzle interiore si stesse finalmente componendo.
Hai mai notato cosa succede quando lanci una pietra in mare? Si formano delle piccole onde che si propagano intorno. Così è stato per me: un primo passo, seguito da molti altri.
Subito dopo la Gestalt, è arrivata la meditazione.
Tutto sembrava condurmi in un'unica direzione: il silenzio. Un silenzio che non è semplicemente tacere, ma piuttosto un andare oltre la superficie, placare la mente per sentire le emozioni e riscoprire i desideri che, spesso, rimangono sepolti sotto strati di paure e convinzioni.
La meditazione è come un'immersione profonda, e la filosofia buddista, sua compagna naturale, ti accompagna nel viaggio del "qui e ora".
Dato che la sofferenza è inevitabile lungo il nostro percorso, perché non cambiare atteggiamento e accettare che tutto è transitorio? Ci pensi mai?
E così, lo scorso 5 settembre, quando ho perso il mio amato "fratellino peloso", Oliver, mi sono ritrovata ancora una volta faccia a faccia con questa verità: tutto è impermanente.
Un inizio, un viaggio, una fine... e poi, la trasformazione. Come ogni viaggio che si rispetti: lo organizzi, lo vivi e poi, inevitabilmente, volge al termine.
Ma quel viaggio ti lascia cambiato, trasformato.
L'essenza del viaggio è forse proprio questa, o forse è l'essenza della vita stessa: viaggiare, trasformarsi, donare, ricevere... e molto altro.
A volte non è facile.
Pur conoscendo bene il concetto di impermanenza, metterlo in pratica è tutt'altra cosa. E così, anche se razionalmente tutto è chiaro, il cuore attiva difese: mi ritrovo a negare, a provare rabbia, a incolpare qualcun altro o a rifugiarmi nei piaceri più semplici: nutella, dolci, un bicchiere di vino, coccole...
Nego, mi arrabbio, scarico la colpa su qualcun altro o mi attacco come una cozza a ciò che mi dà piacere.
A nessuno piace star male.
Quando quel vuoto si fa sentire, cerchiamo automaticamente di riempirlo, oppure lo respingiamo. Ci muoviamo da un estremo all'altro, senza trovare un vero equilibrio, finendo per alimentare una lotta interna che non porta altro che sofferenza.
E se invece provassimo a semplificare tutto?
Qualcosa di diverso: un viaggio a Pomaia.
“Se fai sempre le stesse cose, avrai sempre lo stesso risultato.” L’hai mai sentita questa frase? Pronunciata da Alfred Einstein, viene inserita in migliaia di libri per la crescita personale.
Sembra una sentenza, ma invita davvero a riflettere: se finora hai avuto lo stesso atteggiamento, nel lavoro, nell’amore, con gli amici o in famiglia, e il risultato è sempre stato lo stesso, forse è il momento di farti una domanda e darti una risposta, così come diceva il buon vecchio Marzullo.
Ogni volta che ti cristallizzi su qualcosa, ogni volta che cerchi di ottenere qualcosa con esigenza ma senza cura e amore avrai sempre lo stesso risultato: frustrazione, disagio, tristezza.
A volte c’è soltanto bisogno di stare, fermarsi, respirare e studiare una nuova “tattica amorosa” che porti al risultato sperato.
Così, nel mio momento di vuoto, dopo la morte di Oliver, ho deciso di fare un piccolo viaggio a Pomaia, al centro buddista. Volevo entrare in contatto di nuovo con l’impermanenza, sfuggire dai miei automatismi e dalla tendenza ad allontanare il dolore. Perché alla fine, per quanto tu possa cercare di allontanarti, il dolore torna sempre a galla, come una peperonata mangiata la sera prima.
Il viaggio è distacco, ma non significa ignorare il dolore, significa riconoscerlo, accoglierlo, dargli spazio, e poi lasciarlo andare.
Accumula cause felici.
Quando pensi che nel tunnel non ci sia luce, proprio in quel momento una luce può apparire, ma solo se hai fiducia nel processo.
Mentre ero a Pomaia, durante il Festival del Tibet, ho assistito a una conferenza di un monaco buddista che parlava di felicità. Non avevo grandi aspettative, ma sapevo di certo che non sarebbe stato uno di quei discorsi da "guru" che si leggono sui social, pieni di frasi fatte.
Il monaco parlava di tanti concetti, e a un certo punto la mia mente ha smesso di prendere appunti. Ho iniziato a sentire davvero. "Se vuoi vivere felice, oggi devi accumulare quante più cause felici. Se accumuli momenti infelici, avrai una vita futura infelice." Semplice, no?
Eppure, in quel mio momento di "tunnel", quel concetto così semplice ha risuonato in me in un modo profondo. Potrebbe essere una specie di caccia al tesoro, accumulo cause felici per un grande premio: quello di vivere il più possibile in pace.
Rendilo facile, svuota e poi...
Se qualcuno mi chiedesse: “Che titolo daresti a quest’anno?” risponderei subito:
“Rendilo facile, svuota e riapri”.
Rendere le cose semplici è la base di tutto: semplificare per non alimentare i pensieri, per non creare situazioni che non portano da nessuna parte.
Non dar retta alle pressioni esterne, alle convinzioni limitanti: semplifica quando ti stai perdendo, semplifica per sentire.
Il mio prossimo tatuaggio sarà: “Póntelo fácil”, rendilo facile.
Quale potrebbe essere il tuo?
💡 Consiglio di oggi
Oggi ti invito a SENTIRE!
Abbraccia il silenzio
Non riempire ogni momento di attività o pensieri. Prenditi del tempo per stare in silenzio, per ascoltare te stessa. Il vuoto è uno spazio di trasformazione e può rivelarti ciò che davvero desideri.
Accogli il vuoto senza paura
Il vuoto, quel senso di mancanza o disorientamento che spesso spaventa, è in realtà un’opportunità. Invece di cercare di evitarlo o riempirlo subito, accoglilo e concediti di vivere quei momenti come una fase naturale di crescita.
Semplifica per fare chiarezza
Se ti senti sopraffatta o confusa, prova a semplificare. Togli il superfluo, sia nelle tue giornate che nei tuoi pensieri, e fai spazio. Sarà più facile capire cosa ti serve davvero e cosa invece puoi lasciar andare.
Fai un piccolo viaggio.
Non è necessario partire per una destinazione lontana per "viaggiare". Ogni giorno puoi prenderti del tempo per riflettere, per guardare la tua vita da una prospettiva diversa. Il viaggio interiore ti permette di vedere con più chiarezza le tue emozioni e desideri.
Cerca cause felici
Accumula momenti di felicità, anche piccoli, ogni giorno. Che sia un caffè gustato con calma, una passeggiata all’aperto o una chiacchierata con un amico. Più accumuli felicità, più prepari il terreno per un futuro positivo e sereno.
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❤️ La frase motivazionale della settimana
"Nel momento in cui accetti che il cambiamento è la sola costante, smetti di resistere al dolore e inizi a trasformarlo in forza." — Thich Nhat Hanh
😂 Che ne dici di un po' di ironia?
Facciamoci due risate…
💭 Pensieri finali
Siamo arrivati alla fine di questa newsletter e spero che queste riflessioni ti abbiano toccato il cuore, proprio come hanno fatto con me.
A volte, il vuoto sembra spaventarci, ma è in quel silenzio che possiamo davvero ascoltarci, riscoprire chi siamo e trovare una nuova direzione. Non è facile fermarsi, lo so, ma è proprio li che spesso troviamo le risposte che cercavamo altrove, correndo.
Ti invito a fare lo stesso: siediti, respira, sgombra la mente, permettiti di sentire. Ogni passo nel vuoto è un passo verso una nuova opportunità di crescita.
Ci vediamo alla prossima newsletter, con cuore aperto e nuove scoperte da condividere.
Se hai bisogno di supporto non esitare a contattarmi. Sono qui per te. ❤️
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Molto bella questa newsletter! Io con grande difficoltà ho imparato a togliere e ancora adesso mi sembra strano avere la possibilità di annoiarmi
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