40 ore di lavoro settimanali, pulizie domestiche, fare la spesa, cucinare, accompagnare i figli a scuola o portare fuori il cane – forse entrambi – o addirittura trovare il tempo per studiare...
La lista delle responsabilità sembra infinita, mentre le giornate rimangono ferme a 24 ore, di cui idealmente almeno 7 ore dedicate al sonno.
Ciao sono Silvia, quella che stai leggendo è Questione di Impermanenza e ogni venerdì mattina ti farò compagnia condividendo riflessioni, consigli che credo preziosi e storie che ti aiuteranno a gestire al meglio la tua vita personale e professionale, mantenendo sempre in equilibrio la tua creatività e il tuo amore per i viaggi.
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Che scelte fai?
E qui sorge l'eterno dilemma: come cavolo si fa a gestire tutto? Spoiler: non è possibile.
Se anche tu sogni di spuntare ogni voce dalla tua lista infinita di cose da fare, preparati a un flirt intenso con la frustrazione. Ma davvero dobbiamo ridurci a scegliere tra diventare eremiti o Madri Teresa di Calcutta in versione multitasking?
La realtà “esigente”
Lavoro da anni in contesti aziendali dove la parola d'ordine è "eccellenza": zero errori, massima efficienza, essere i migliori per i clienti, multitasking, lavoro sotto pressione e già solo a scriverlo, mi assale l'ansia.
La ricerca di una perfezione ed eccellenza che nessuno di noi ha perché, pur quanto possiamo essere bravi, mai potremo esserlo al 100%, mai potremo essere impeccabili e, quando capita l’errore, le nostre reazioni sotto stress possono essere le più varie.
Ti suona familiare?
Come puoi diventare una macchina di produttività se hai un corpo, emozioni, carattere e un vissuto alle spalle che ti condiziona costantemente? Impossibile, prendine atto.
A volte in questo turbinio di pressioni, esigenze, discussioni, è facile cadere nella trappola del “mi adatto e faccio”, ma poi c’è qualcosa di molto saggio, il corpo, che dice: “ma devo fare tutto questo? ma tu sei scemo/a?!”
E ti riporta con le sue sberle di ansia, a mettere i piedi per terra e a farti capire di nuovo che la vita è ben altro, che è respiro, gioco, musica, chiacchiere con gli amici, carezze, condivisione, scoperta e tanto altro.
E allora mi fermo, alzo lo sguardo al cielo e vedo che le nuvole corrono, si avvicinano, si uniscono cambiano colore, si diradano, tutto cambia costantemente e il silenzio, quello che la natura ci insegna è quello che porta cura, sgombra le nuvole dentro e acquieta il rumore.
La magia dell’impermanenza, del distacco, di questa pratica tanto nota nella filosofia buddista e anche nel mondo gestaltico. Un distacco che spesso è così difficile da applicare, perché per distaccarci o poter almeno provare spesso mettiamo una punta di disprezzo, ci mettiamo sul piedistallo guardando dall’alto al basso, oppure dicendo che è colpa di qualcuno pur di non ammettere la nostra responsabilità.
Quando in realtà il distacco è la forma di amore più elevata che si possa dare a noi stessi e agli altri:
“Io mi libero e ti libero”.
Quanti pensieri e paure ci sono dietro allo staccarsi e quanti piccoli e grandi dolori!
Paura del rifiuto, dell’abbandono, del diventare grandi!
Il mio distacco: Il viaggio
Il viaggio è sempre stato il mezzo attraverso il quale potevo scappare dalle mie responsabilità, quando sentivo che qualcosa non andava per il verso giusto, io scappavo.
Scappare per me è sempre stata la mia comfort zone, e più lontano fosse e meglio era. Volevo sparire per un po', diventare un fantasma per tutti e riposarmi in questo scomparire. Nella quotidianità recitavo troppe parti e scomparire mi dava quel respiro che non mi permettevo.
Tutti mi dicevano:
“Sei coraggiosa a viaggiare da sola dall’altra parte del mondo”
In realtà, in cuor mio, sapevo che di coraggioso non c’era niente; il coraggio di affrontare la quotidianità e me stessa lo avevo lasciato a casa e non so in quale cassetto.
Anche adesso il viaggio rappresenta la mia via di fuga e ogni volta in cui mi sento sopraffatta, sento questa spinta allo sparire da tutti, una fuga dalla responsabilità.
Voglia di rimanere bambina? Penso di sì...
E poi interviene per magia quell’adulto che è in me, che mi prende in braccio, si siede con me e mi ricorda che anche a 10.000 km di distanza potrei diventare una persona insoddisfatta, che cerca di uscire da una comfort zone che non sa bene quale sia.
La magia dello sparire.
Eppure sparire, pur quanto possa sembrare una fuga, a volte è proprio il modo con cui si riesce a sopravvivere ad alcune dinamiche quotidiane. Se dessi spazio al mio carattere, potrei diventare in un attimo Giovanna d'Arco e questo non mi porterebbe a:
non avere un lavoro
avere meno amici di quelli che ho (che già sono pochi)
non avere una relazione di coppia
vivere in una montagna russa emotiva costante.
La mia autodistruzione e la distruzione intorno a me.
Ma non è quello che voglio e sicuramente non voglio partecipare al male del mondo con un’altra guerra, quella di una bambina bizzosa che vuole le cose come lei dice e, se anche le dessero ragione, troverebbe il modo di trovarci una crepa.
E allora sparisco: di fronte a una persona che vuole avere per forza ragione urlando, io respiro, faccio altro e dopo, con calma, rispondo; quando sono nervosa e potrei dire qualcosa di insensato, prendo la bici e vado sul mare; quando mi sento sopraffatta dalla frustrazione, mi fermo e guardo l’albero che ho davanti alla mia finestra.
Sparire al servizio dell’evoluzione sana, di me e degli altri.
Facile? No, per niente. È un gioco che mi permette di vivere senza entrare nel ruolo di salvatrice, persecutrice o vittima.
Ogni giorno è un viaggio!
💡 Consiglio di oggi
Ti invito ad essere un Bradipo!
In un mondo che corre veloce, ecco alcuni consigli per rallentare con stile e un pizzico di saggezza da bradipo:
Diventa il bradipo che meriti di essere: Se il mondo ti spinge a correre, ricorda… anche un bradipo arriva a destinazione, godendosi ogni foglia lungo il cammino. Fai di ogni giornata la tua lenta traversata nella giungla.
"No, grazie": Quando le richieste si moltiplicano, fai come il bradipo che, appeso al suo albero, guarda il mondo con distacco. "Vuoi fare questo per me?" "No, grazie, sto praticando la mia immobilità zen".
Riscopri il piacere del non fare nulla: L'ansia si fa sentire? Fai come il bradipo che, di fronte al pericolo, si lascia "morire" (metaforicamente parlando). Un bel respiro, e ricordati che puoi sempre fare un pisolino emozionale.
Meditazione alla bradipo: Se il tuo spirito ansioso cerca evasione, ricorda che anche rimanere appesi a testa in giù può essere meditativo. Lascia che i tuoi problemi scivolino via, lentamente, come te su un ramo.
Il tempo è relativo: in un universo parallelo, sei un bradipo che attraversa la strada. Che ci voglia un'ora o un giorno intero, che importa? L'importante è godersi il viaggio, un lento passo dopo l'altro.
Ricorda, nella vita come nella giungla, a volte l'unico modo per sopravvivere è abbracciare la propria natura di bradipo, lasciando che il mondo giri alla sua frenetica velocità mentre tu ti godi ogni lento, delizioso momento.
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🎁 Qualche (altra) piccola condivisione per alleggerirti (link belli)
💓 IL FILM, a mio avviso da vedere e che ti cambierà il modo di vedere le cose è Perfect Days, un film lento, da assaporare poco a poco e che ti fa riscoprire la magia del qui e ora. Mi ha cambiato la settimana!
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💓 La newsletter che ti consiglio questa settimana, a me familiarissima è
il mio compagno per chi non lo sapesse ehehe. Viaggi, novità e anche tante riflessioni.💓 La sinfonia di questa settimana che mi rivolta le budella è lei "Intermezzo dalla Cavalleria rusticana” una dolcezza che tocca l’anima.
❤️ La frase motivazionale della settimana
"Non è sufficiente essere occupati. Così lo sono le formiche. La domanda è: Cosa siamo occupati a fare?" - Henry David Thoreau
😂 Che ne dici di un po' di ironia?
Facciamoci due risate..
💭 Pensieri finali
Siamo arrivate alla fine di questa newsletter, e magari ti sei già trasformata in un bradipo leggendola, e questo già mi rende felice.
In un mondo che corre più veloce di un Bianconiglio sotto caffeina, prenderti il tuo tempo non è solo un atto rivoluzionario, ma potrebbe anche salvarti dalla trasformazione in un roditore iperattivo.
Respira, contempla l'arte del fare nulla con la maestria di un maestro zen che guarda la vernice asciugarsi.
E quando l'ansia ti sussurra all'orecchio e ti dice che devi accelerare, ricordati di essere come il bradipo: prenditi tutto il tempo che ti serve, anche solo per decidere di spostarti alla prossima foglia.
A volte, sparire può essere la chiave: non nel senso di evaporare nel nulla, ma nel concedersi il lusso di staccare, di prendere distanza dalle aspettative e dai rumori del mondo. Sparire può essere quel respiro profondo che ti permette di guardare la tua vita da una prospettiva diversa, di riavvicinarti a te stessa con un nuovo apprezzamento per il presente.
Se hai bisogno di supporto non esitare a contattarmi. Sono qui per te.
Alla prossima avventura insieme! ❤️
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È vero, per un lungo periodo della mia vita ho vissuto evadendo task e pensando che ogni compito sarebbe stato l’ultimo. E quindi sarei stata libera. Ma in realtà non termini mai di smaltire compiti e impegni, è impossibile