Come dice un mio caro amico, se leggi ottobre al contrario è "er botto". Ma non siamo a ottobre, bensì a marzo, e in questo mese è successo di tutto: un cataclisma di emozioni, passioni, ricordi che tornano.
Perché le radici, anche se cerchi di scappare o lo hai fatto per tanto tempo, poi ti riportano dove devi essere, dove è giusto che tu stia.
Ciao sono Silvia, quella che stai leggendo è Questione di Impermanenza e ogni venerdì mattina ti farò compagnia condividendo riflessioni, consigli che credo preziosi e storie che ti aiuteranno a gestire al meglio la tua vita personale e professionale, mantenendo sempre in equilibrio la tua creatività e il tuo amore per i viaggi.
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Il mio anniversario di vita
È così che la mia cara amica Juliana, di Paranà in Argentina, chiama il compleanno.
Una descrizione poetica e allo stesso tempo reale di quel giorno, perché in effetti si tratta di un anniversario che bussa ogni anno alla tua porta, ricordandoti quel momento in cui sei arrivato in questo mondo, in cui tutto è cambiato, anche se magari non volevi che le cose cambiassero, perché nel calore del grembo materno si stava così bene.
Festeggiare sì, ma forse no?
La data del compleanno mi mette sempre in crisi: lo festeggio oppure no?
Celebro questo giorno così importante o lascio perdere, poi tenti di organizzare qualcosa e magari non viene nessuno e poi… è una lotta interna tra il desiderio di fare festa, abbracciare, brindare e il "lascia perdere, che fatica!"
Ma quella fatica nasconde spesso la paura di essere "ignorata" o messa da parte da chi vorresti che ci fosse e che, per mille motivi, non può esserci quel giorno.
E allora invento il… “che fatica!"
Quest'anno, però, avevo una buona scusa per festeggiare: tornare nella mia seconda terra, quella catalana che mi ha accolto per tanti anni e che fa parte di me, volente o nolente.
Sono italiana, ma potrei dire anche catalana, spagnola, tarraconense e barcellonese, e di amici a Barcellona ne ho davvero tanti. Il compleanno era il pretesto giusto per dire “sto con i miei amici”, con le mie altre radici senza sentire quella pressione dell'anno che passa.
L’invito poteva essere ignorato? Certo, non ci sono certezze, ma sapevo che anche in quel caso avrei avuto una via d'uscita, quella stradina nascosta che mentalmente mi creo, l'opzione di esplorare gli angoli nascosti di questa città meravigliosa.
Perché, sì, anche se la conosco molto bene, ci sono sempre dettagli nuovi da scoprire, persino nella città in cui sei nato o hai vissuto per più di 10 anni.
La via alternativa è sempre quella che ti salva dall'imbarazzo, dal blocco, dall'ansia. È l'ancora di salvezza!
Barcellona... la seconda radice
E così arriva il mio 45esimo compleanno, un anno in cui mi vedo di nuovo residente in Italia dopo 17 anni di vita all'estero. Le emozioni spesso offuscano la vista sulla strada giusta, su quale sarà il prossimo passo da fare.
Persino il semplice gesto di andare a bere una birra fuori e mangiare due tapas all’aperto diventa ora una piccola crisi emotiva, quel non sapere come adattarlo alla mia nuova realtà. Perché Livorno, pur essendo una città di mare, d'inverno sembra una città irlandese per via della tanta pioggia.
Viaggi, viaggi... tanti viaggi in questi ultimi 20 anni! Viaggi mentali, viaggi fisici, viaggi emotivi. E le radici? Dove sono?
Non so perché, ma le radici mi hanno sempre fatto paura, convinta che radice volesse dire stare fermo, non cambiare, solo staticità. Quando in realtà, sotto terra, gli alberi hanno radici ampie, possono toccare altri alberi, espandersi, sorreggere territori e crescere in altezza...
Ho sempre lottato contro l'idea di radice, della visione unidirezionale che esclude invece di includere.
E Barcellona è anche quella radice, una delle tante e fa parte di un processo di evoluzione, di divertimento, di conoscenza, di follia, di amicizia, di amore: tutto fa parte di me. Dire di essere solo italiana escluderebbe una parte incredibile di me.
Perché ogni volta che ti identifichi con qualcosa, con una definizione come "sono un agente di viaggio" o "sono una segretaria", "una scrittrice" o qualsiasi altro lavoro, stai escludendo un mondo interiore vastissimo che sta dentro di te.
Io ho un mondo di tanto, e anche tu, se ci pensi... Non confonderti con quello che fai.
Essere è differente. Ogni volta che ti appiccichi un'etichetta, qualcosa dentro di te può ribellarsi, ed è anche giusto che sia così, se ci pensi!
E quindi sì, sono anche catalana, spagnola, barcellonese e tarraconense.
E tu, chi sei?
Continuo con il Botto…Mi sposo!
Eh sì, oggi sono in vena di sorprese. Per questo ho preso un po' di distanza in queste settimane, perché le emozioni sono tante, soprattutto per una che ha sempre avuto come modello relazionale un "attaccamento evitante", preferendo l'indipendenza nelle relazioni affettive. Amori a 10.000 km di distanza, il "faccio da me", il non avere bisogno di nessuno.
Che poi.. non è vero che non abbiamo bisogno di qualcuno, non è vero che chi fa da sé fa per tre. Si fa tanta fatica alla lunga a sostenere tutto da soli.
Allo stesso tempo, anche l'idea di diventare un'unica persona con il partner mi ha sempre inquietato, quei profili Facebook con la foto di coppia o il nome condiviso. Una fusione non necessaria, in cui ognuno perde la sua essenza. Mi fa venire tanta ansia.
Non esiste "la mia dolce metà", ma una persona con cui condividere esperienze, emozioni, progetti e costruire insieme qualcosa, pur rimanendo se stessi. Si trovano punti di incontro, a volte sì e a volte no. A volte si viaggia insieme, a volte no.
L'occhio del ciclope, ovvero il guardare il mondo con una visione ampia, includendo più prospettive è ciò che sana. Perché ogni volta che eviti e che escludi, ti ritrovi a lottare contro i mulini a vento, o meglio con te stessa.
Abbiamo due occhi e vediamo costantemente il "bianco e il nero" di ogni situazione. Cerca l'occhio intermedio, sarà quello che ti mostrerà la strada.
💡 Consiglio di oggi
Ti invito ad ACCETTARE!
Abbraccia le tue radici e le tue ali: ricorda che ogni aspetto della tua storia, dalla tua eredità culturale alle tue esperienze personali, contribuisce a definire chi sei. Le tue radici ti tengono saldo, mentre le tue ali ti permettono di esplorare nuovi orizzonti. Celebrare entrambi questi aspetti ti permetterà di vivere una vita piena e autentica.
Accetta la complessità: riconosci che la vita non è mai solo bianca o nera. Abbracciare la complessità delle situazioni, delle relazioni e delle emozioni ti aiuterà a navigare meglio nei momenti difficili e a trovare soluzioni più creative ai problemi.
Esplora le diverse prospettive: prima di prendere decisioni importanti, cerca di considerare diverse prospettive. Questo approccio ti aiuterà a evitare di cadere nella trappola del pensiero limitato e ti permetterà di trovare vie d'azione che potresti non avere considerato.
Valuta la tua identità oltre le etichette: sei molto di più di ciò che fai per vivere o di qualsiasi etichetta sociale ti sia stata attribuita. Dedica del tempo a esplorare e a celebrare le molteplici dimensioni del tuo essere. Questo ti aiuterà a vivere una vita più piena e a costruire relazioni più autentiche.
Trova il tuo "occhio intermedio": cerca sempre di trovare l'equilibrio tra le diverse aree della tua vita e tra le tue necessità interne ed esterne. Questo "occhio intermedio" ti guiderà attraverso le sfide, aiutandoti a mantenere una visione chiara dei tuoi obiettivi e dei tuoi valori fondamentali.
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💓 Tra circa una settimana vado in Sicilia e uno dei tour che farò a Palermo è proprio quello relativo all’antimafia. Un tour a piedi nel centro storico di Palermo alla scoperta dei luoghi-simbolo dell'antimafia civile e della ribellione al racket.
💓 Terme a costo zero? Ebbene ci sono… a San Casciano dei bagni.
❤️ La frase motivazionale della settimana
"L'incontro tra due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche: se c'è una reazione, entrambe vengono trasformate." - Carl Gustav Jung
😂 Che ne dici di un po' di ironia?
Facciamoci due risate..
💭 Pensieri finali
Siamo arrivati alla fine di questa newsletter, un po' come quando ti fermi un attimo dopo una corsa, per prendere fiato. Sai, quei periodi in cui le emozioni sembrano montagne russe e ti senti un po' come una tazza di caffè troppo piena, pronta a traboccare al minimo movimento?
Ecco, è proprio in questi momenti che è importante fare un passo indietro e vedere il quadro intero.
Come quando guardi una foto di te da piccolo e capisci quanto sei cambiato e cresciuto. Ogni emozione, ogni stress, ogni gioia e ogni paura, sono pezzi di te.
Prenditi il tempo per accoglierli tutti, come faresti con gli ospiti a una festa: alcuni ti faranno ridere, altri ti metteranno alla prova, ma tutti insieme creano la festa della tua vita. Trattati con gentilezza, ascoltati, prenditi cura di te, proprio come faresti con il tuo migliore amico.
Dopo tutto, vedere le cose nella loro totalità ti aiuta a capire che ogni momento ha il suo perché, e che sei equipaggiato per affrontare molto più di quanto pensi.
Se hai bisogno di supporto non esitare a contattarmi. Sono qui per te.
Alla prossima avventura insieme! ❤️
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